Il settore del recupero delle frazioni che provengono dalla raccolta dei rifiuti continua a crescere nel nostro paese, ma ancora non riesce a far invertire la tendenza all�importazione dall�estero di materie prime riciclate, con l�unica eccezione della carta da macero.
Il rapporto di Fise Unire su l�Italia del recupero presentato oggi a Ecomondo, ha messo in evidenza che il settore del riciclo produce ogni anno 35 milioni di tonnellate di materiali, che rappresentano un�importante fonte di sostituzione delle materie prime vergini. Di questi 7 milioni provengono dal circuito dei rifiuti urbani, circa 10 milioni dal circuito dei rifiuti speciali, 8 milioni dal settore demolizioni e costruzioni e 12 milioni da sfridi di produzione. In particolare 20 milioni sono costituiti da metalli, 5,5 da carta e cartone, 4,8 da legno, 1,8 da vetro e 1,3 da plastica.
Dagli Rsu si recupera circa il 22% sul totale prodotto, e il 34% � invece la percentuale di recupero dagli speciali.
Dai risultati dell�analisi presentata, il recupero appare come un settore economico fondamentale per l�approvvigionamento delle materie necessarie a quasi tutti i settori della produzione di base dei materiali. In particolare con la crescita della domanda internazionale delle materie prime, il ruolo del settore del recupero sta aumentando e diventando di importanza strategica per il settore industriale italiano, su cui per� l�attuale situazione di crisi dei prezzi delle materie prime potrebbe avere gravi effetti.
Il settore ha avuto una crescita costante negli ultimi anni e mentre la produzione industriale ha subito una contrazione dell�1,6%, le attivit� di recupero sono cresciute complessivamente dell�8,2%.
E il fatto che l�Italia si confermi anche nel 2007 un paese importatore di materie prime seconde dimostra che vi sono ancora notevoli margini di crescita, con l�effetto di implementare le caratteristiche di vantaggio ambientale ed economico che gi� detiene. Un discorso a parte vale per la carta, su cui da qualche anno siamo passati da importatori ad esportatori netti in cui la principale rotta � la Cina.
�Con il contributo ambientale pagato dal Conai abbiamo alimentato un inquinamento ambientale, grazie all�esportazione del macero� ha detto Luca Arnaudo dell�Autorit� garante per la concorrenza e il mercato, intervenuto al dibattito e che ha colto l�occasione per evidenziare gli elementi positivi e negativi di un sistema - quello degli imballaggi - che � stato oggetto di un� indagine conoscitiva che si � conclusa a luglio.
�Se dobbiamo fare raccolte differenziate per poi mandarle in Cina , � meglio che facciamo altro - ha dichiarato il presidente di Fise-Unire, Corrado Scapino - Il settore del recupero delle frazioni che provengono dalla raccolta dei rifiuti nella loro totalit� � la miniera del nostro paese povero di materie prime. Il problema sta allora nell�alimentare un mercato interno capace di assorbire quello che proviene dalle raccolte differenziate, che rappresenterebbe anche un sistema a garanzia delle variazioni di mercato e di crisi congiunturali�.
Secondo il presidente di Unire anche la crescita degli acquisti verdi potrebbe essere uno strumento utile in tal senso. Ma � necessario anche superare altre criticit� che esistono nel nostro paese e che determinano un freno allo sviluppo del settore e all�inversione di tendenza tra import ed export.
Tra queste quella che � stata pi� volte ripresa riguarda la differente regolamentazione che esiste tra diverse aree del paese, in termini di permessi, autorizzazioni, documenti, requisiti e garanzie che sono necessari per esercitare una determinata attivit� connessa al recupero dei rifiuti e alla loro gestione. Cos� come il continuo rimettere mano alle norme e adesso anche ai sistemi di controllo determina una situazione di enorme incertezza che non aiuta certo a fa crescere il sistema.
Un altro ostacolo al corretto sviluppo del settore, � stato individuato nei ritardi nel processo di liberalizzazione della gestione dei servizi pubblici locali che � stata estesa in molte realt� anche ai rifiuti speciali. �La mancanza di criteri che indichino come e quanta assimilazione pu� essere fatta- ha detto Scapino- porta ad una distorsione del settore che � stata evidenziata anche nell�indagine dell�Antitrust�.
Url : http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=16456
Fonte: Greenreport
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