Il provvedimento di legge nato per provvedere con �misure straordinarie alla soluzione dell�emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania�, si sta trasformando in un cavallo di Troia per la riorganizzazione degli istituti a diretta dipendenza del Ministero dell�ambiente. Dopo la riorganizzazione della Commissione Via, prevista all�articolo 7 di quel provvedimento consegnato alla camera per l�iter parlamentare, ieri con un emendamento del Governo si � aggiunto allo stesso articolo un comma che prevede il riaccorpamento in un unico Istituto (Irpa) dell�Agenzia per la protezione ambiente (Apat), dell�Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs) e dell�Isiituto per la ricerca applicata al mare (icram).
Il comma prevede infatti che al neo Istituto di ricerca per la protezione ambientale (Irpa), vengano trasferiti entro trenta giorni dall�entrata in vigore della legge di conversione del decreto, le funzioni e le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale dei tre enti che verrebbero quindi soppressi. Sar� poi un successivo decreto del Ministro dell�ambiente e della tutela del territorio e del mare a determinare �gli organi di amministrazione e controllo, la sede, le modalit� di costituzione e di funzionamento, le procedure per la definizione e l�attuazione dei programmi per l�assunzione e l�utilizzo del personale, nonch� per l�erogazione delle risorse dell�Irpa� mentre per �garantire l�ordinaria amministrazione e lo svolgimento delle attivit� istituzionali fino all�avvio dell�Irppa, il Ministro dell�ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto, da emanarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, nomina un commissario�. Ecco fatto, con un colpo di spugna o meglio con un comma ad un articolo inserito in un decreto di tutt�altra natura e con tutt�altri obiettivi, si cancellano tre fondamentali istituti, che per altro hanno ruoli e competenze di natura del tutto diversa tra loro: di vigilanza l�Apat, di ricerca gli altri. Oltretutto essendo accorpati sotto un unico Istituto di ricerca, il ruolo di vigilanza svolto da Apat andrebbe a perdersi, ameno che non si ritenga che possano convivere sotto un unico ente sia le attivit� di ricerca che di vigilanza o che il Ministero dell�ambiente non debba pi� svolgere tale attivit�.
Poche le reazioni, a parte quella dell�ex-presidente della Commissione ambiente della camera, Ermete Realacci, che ha visto bocciati tutti gli emendamenti proposti dal suo gruppo per modificare il decreto e che gi� aveva richiamato la necessit� di un dibattito pi� ampio anzich� una via di approvazione celere delle misure previste dal governo, data la valenza dei temi trattati, e che ha sottolineato come adesso il governo voglia utilizzare il decreto per l�emergenza rifiuti in Campania anche per la ristrutturazione del Ministero. Nessun commento (ed � comprensibile) dagli istituti interessati alla ristrutturazione, anche se i rumors di fondo sono tanti.
Sar� il presidente della Commissione ambiente Angelo Alessandri , dove � stato presentato l�emendamento, a decidere se questo sar� ammissibile, visto che l�argomento di cui tratta ha davvero poco a che fare con l�emergenza rifiuti in Campania. Ma intanto la confusione aumenta e questo non � certo un segnale positivo.
Autore: Lucia Venturi
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Fonte: greenreport.it
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