Nei corridoi degli uffici del sottosegretario all'emergenza rifiuti a Napoli dicono che a fine 2008 � successo un miracolo: per la prima volta nella lunga storia della munnezza campana � stata rispettata una data fissata come termine dei lavori. Eppure, si trattava di una questione non poco spinosa, come la riorganizzazione del Consorzio Unico di bacino di Napoli e Caserta: i consorzi di bacino sciolti con legge il 23 maggio scorso, sono sostituiti da un Gestore unico, in attesa che vengano costituite le societ� provinciali per la gestione dei rifiuti. Ebbene, la gestione unica per sette mesi � stata commissariata e il 29 dicembre scorso � stata affidata a una propria governance: in un clima politicamente infuocato � stato eletto presidente della struttura il sindaco di Villa Literno, Enrico Fabozzi.
L'operazione � molto pi� importante di quanto si possa pensare: essa rappresenta una pietra miliare nella riorganizzazione del sistema di raccolta e smaltimento rifiuti in Campania. E mette le mani su quell'enorme "bubbone" chiamato consorzi di bacino: debiti e crediti lievitati fino a oltre 200 milioni,organici straripanti di persone, molte delle quali � acclarato che non lavoravano, tra cui oggi si contano oltre 551 esuberi, automezzi non riparati e quasi mai utilizzati, mansioni affidate a societ� terze con ulteriore lievitazione di costi e di organici, contabilit� non fatte o non certificate, infiltrazioni della camorra. Di ci� in passato aveva scritto la Commissione parlamentare d'inchieta sul ciclo dei rifiuti. Se ne � occupata la Magistratura, la Corte dei conti e ispettori del ministero del Tesoro.
Oggi il mondo dei consorzi di Napoli e Caserta � minuziosamente svelato nella Relazione sullo stato di attuazione del Consorzio Unico scritta dal responsabile dell'intervento Alberto Stancanelli, direttore generale della Presidenza del Consiglio chiamato a Napoli da Guido Bertolaso. �In sette mesi abbiamo lavorato su otto consorzi � dice Stancanelli � abbiamo lavorato in condizioni difficili, con pochi appoggi esterni,. Abbiamo resettato il sistema dei consorzi dandogli una struttura e regole perch� possa operare in autonomia come in altre regioni. Insomma, si tratta del primo atto di un ritorno all'ordinario nella gestione dei rifiuti in Campania. Questa esperienza potr� essere replicato in tutta la regione�. La relazione contiene una fotografia impietosa della realt� campana. La ricognizione svela che i consorzi erano in una situazione di �forte tensione finanziaria dovuta al mancato pagamento da parte dei Comuni delle quote di servizio, dai contratti di servizio stipulati sottocosto e dal forte indebitamento dell'ex gestione commissariale�. Gli stessi consorzi in molti casi non avevano neanche �contabilit� certe, spesso neanche validate dagli organi di amministrazione e controllo�. Essi inoltre facevano �assunzioni non giustificate da reali esigenze . Ci� ha contribuito a determinare un esubero strutturale di personale�.
A crediti per 186 milioni si contrappongono debiti per 125,5 milioni verso i fornitori. Il contenzioso sulla gestione precedente il 24 luglio 2008 � affidato a una struttura ad hoc.
Complessa, l'opera di ricostruzione. Per far fronte a una vera montagna di irregolarit� e pendenze, il consorzio Unico ha potuto contare su un finanziamento di 15 milioni, impiegati per lo pi� per pagare il personale, riparare i mezzi al fine di consentire lo svolgimento del servizio. Inoltre, il Gestore Unico finora si � mosso su due direttrici: sono stati predisposti 28 piani di rientro che recupereranno 12 milioni e nominati Commissari ad acta in 64 Comuni per reperire altri 35 milioni. Oggi il consorzio unico occupa in totale 2.392 dipendenti, di cui 1.487 operano nella provincia di Caserta e 905 in quella di Napoli. Ma sono previsti 551 esuberi. Per essi � stata realizzata una ricognizione dei posti disponibili nei Comuni. � emerso � si legge nella Relazione � che �vi sono 711 posti disponibili nella provincia di Napoli e 405 in quella di Caserta�.
Intanto, del Consorzio Unico � stata definita la struttura organizzativa articolata in tre aree. � stato predisposto lo Statuto, che fissa regole severe per garantire trasparenza, evitare infiltrazioni della malavita ed � ormai alle ultime battute il piano industriale.
di Vera Viola
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Fonte: ilsole24ore
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