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Rapporto Ecomafia, Emilia-Romagna all’erta


26 November 2008

Legambiente ha presentato nei giorni scorsi a Bologna il rapporto Ecomafia Emilia-Romagna, un documento che raccoglie i dati di tutte le forze dell’ordine e della magistratura. Per l’occasione Luigi Rambelli, presidente regionale dell´associazione ed Enrico Fontana, responsabile nazionale del settore ambiente e legalità, hanno illustrato i numeri dell’ultimo anno: 366 denunce nel cosiddetto “ciclo del cemento” (finti restauri per dare luce a nuove case, occupazione di demanio pubblico, escavazioni abusive, per esempio), 263 infrazioni accertate, 40 sequestri. Numeri consistenti che segnalano le dimensioni preoccupanti del fenomeno criminale che permea tutto il ciclo, dall’abusivismo alle grandi opere, dalle forniture edilizie e subappalti al settore immobiliare, fino al mercato clandestino del lavoro.

Un allarme che interessa anche il ciclo dei rifiuti, un terreno fertile per le torsioni del diritto e le proliferazioni della criminalità. Nel 2007, i dati delle forze dell’ordine evidenziano 2923 denunce, 260 infrazioni accertate, 15 arresti, 113 sequestri su 30 comuni coinvolti. Complessivamente, il 5,4% delle inchieste (dal 2002 al 2008) per il “delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti” introdotto dal “Decreto Ronchi” (oggi art. 260 del Codice Ambiente) riguarda l´Emilia-Romagna, con 6 inchieste delle procure di Forlì-Cesena, Modena e Bologna. Senza contare i 18 procedimenti la cui genesi risiede in regione.

“Alla luce di questa realtà - ha detto Enrico Fontana, di Legambiente Nazionale - è urgente innanzitutto inserire tutti i delitti ambientali nel nostro codice penale, in modo da reprimere in maniera incisiva, e soprattutto con effetti preventivi, i comportamenti delittuosi verso l´ambiente. Vanno aumentati i controlli amministrativi e la formazione delle forze dell’ordine e delle autorità di controllo. Guardiamo con preoccupazione - ha aggiunto Fontana - il tentativo modificare radicalmente l’istituto delle intercettazioni telefoniche, che si è rivelato di straordinaria importanza nelle inchieste contro i traffici illeciti di rifiuti. Il “delitto di traffico illecito di rifiuti” va sottratto dalla lista dei reati per i quali non sarà più consentito l’uso delle intercettazioni. È in gioco la credibilità delle Istituzioni, la salute dell’ambiente e dei cittadini”.

E il grado di urgenza dei reati ambientali è da cerchiare di rosso nelle agende quotidiane di istituzioni e cittadini. Il 14 novembre (pochi giorni fa) a Modena, durante un servizio di polizia volto a reprimere i reati nell’ambito della gestione dei rifiuti, il Nipaf (Nucleo Investigativo di polizia ambientale e forestale) del Corpo forestale dello Stato ha posto sotto sequestro penale oltre mille tonnellate di rifiuti oggetto di un un’attività di gestione illegale di materiale proveniente da demolizioni stradali ed edili. L’attività veniva svolta da un’impresa modenese su di un’area privata del comparto industriale Torrazzi, in assenza delle autorizzazioni previste dalla normativa e sfuggendo alla possibilità di verifiche dell’origine dei rifiuti e della loro destinazione. Episodi che perdono consistenza nel flusso di notizie quotidiane, episodi che non fanno che confermare l´appello di Legambiente alla mobilitazione e alla sorveglianza.

Links utili
Report Rifiuti 2008 in Emilia-Romagna

Documenti scaricabili
Il Rapporto Ecomafia 2008 (pdf, 195 kB)

Url : http://www.ermesambiente.it/wcm/ermesambiente/news/2008/novembre/19_ecomafia.htm
Fonte: Ermesambiente

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