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Nuovo accordo Anci-Conai: sono ancora molti i nodi da sciogliere


06 November 2008

A dicembre scade l’accordo quadro tra Anci e Conai siglato nel 2004 per la gestione dei rifiuti da imballaggio e si dovrebbero già intravedere gli estremi per definire i punti salienti della nuova convenzione che regolerà il sistema per i prossimi quattro anni. Ma ancora molti sembrano i punti critici da superare e i nodi da sciogliere. Il bilancio dell’accordo in scadenza ed il punto sulle prospettive del rinnovo è stato fatto a Ecomondo nell’ambito di una tavola rotonda che ha visto confrontarsi i protagonisti del sistema: Anci, Conai, Federambiente e Fise-Assoambiente.

Raggiunto l’obiettivo di consolidare i sistemi attivi nelle regioni settentrionali, incentivando anche la qualità delle raccolte, ancora insoddisfacente invece l’avvio del processo di sviluppo della gestione nelle altre regioni, con poche eccezioni. Dal 2004 al 2008 sono cresciute, in termini percentuali le convenzioni siglate con i comuni, con la copertura (al 30 giugno 2008) di 2/3 della popolazione ed è aumentata la quantità dei rifiuti da imballaggio conferiti al sistema, ma ancora in maniera diseguale nelle tre macroaree nord, centro e sud. Un dato questo che risulta ancora più evidente se si confrontano le quantità procapite dei rifiuti da imballaggio intercettate, con quote superiori a 65 kg/abitante nelle regioni settentrionali, che scendono tra 35 e 65 al centro e si riducono ulteriormente nelle regioni del sud, tranne la Sardegna che ha visto un notevole incremento negli ultimi quattro anni, raggiungendo risultati analoghi al centro-nord.

La prima criticità riguarda quindi la necessità di rendere omogeneo il sistema a scala paese e di sostenere nel percorso le regioni ancora indietro. Legato a questo, lo sforzo economico che l’intero sistema dovrà sostenere per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dalla legge nazionale (ma ormai anche da molte norme regionali) e che ancora risultano distanti.

Riconosciuto da tutti il fatto che le raccolte differenziate rappresentano lo strumento necessario per avviare materiali a riciclo, è allora importante la qualità di ciò che viene raccolto, elemento dirimente anche per ottenere il riconoscimento dei massimi corrispettivi da parte di Conai.
Che però ha frenato sulla possibilità di allargare i cordoni della borsa, soprattutto adesso che «la crisi economica in corso sta cambiando in maniera incredibile lo scenario delle materie prime» ha dichiarato il direttore del Conai, Giancarlo Longhi. E le cifre che ha fornito disegnano in effetti una situazione niente affatto accattivante: le quotazioni del rottame d’acciaio sono passate da 700 a 300$ la tonnellata; quelle del rottame d’alluminio da 1000 a 400$, per la carta da macero sono addirittura scese a quote con segno negativo.

Quindi la richiesta da parte di Anci di rivedere il sistema dei corrispettivi, così da poter sostenere sia l’incremento delle quantità di imballaggi raccolti, per rendere omogenee le performance su scala paese, sia per migliorare i livelli di qualità, è rimasta inevasa.

«L’attuale sistema dei corrispettivi previsto dall’accordo – ha dichiarato Nicola Nascosti, presidente del comitato di coordinamento Anci-Conai- è stato molto tutelante per i comuni e lo è a maggior ragione adesso che con la crisi economica, le quotazioni delle materie prime seconde sono crollate» ma ha aggiunto anche che la crisi economica non riguarda solo le imprese.

«Le amministrazioni comunali sono già abbondantemente gravate da tagli fatti dai vari governi e non possiamo far ricadere tutto sui cittadini». Tesi, quella della necessità di allungare la coperta dei corrispettivi riconosciuti da Conai, ripresa e sostenuta anche da parte dei gestori del servizio presenti al tavolo della trattativa, Federambiente e Fise- Assoambiente.

«Non esiste un sistema standardizzato di raccolta - ha sostenuto il direttore di Federambiente Gianluca Cencia - ma è sempre più evidente che un sistema domiciliarizzato è quello che dà migliori rese in termini di quantità e qualità» e ha sottolineato Paolo Cesco, direttore di Fise-Assoambiente: «Questi sistemi sono più onerosi».

Altro problema non risolto è quello che riguarda la verifica dei dati, che ha visto da una parte l’Anci sostenere la necessità di una certificazione da parte di un ente terzo, individuato nell’osservatorio nazionale rifiuti; dall’altra il Conai difendere l’attuale sistema che ha descritto come trasparente e già certificato. Ma da un altro ente.

Sul tema dell’assimilazione poi si sono definitivamente scaldati gli animi, ma ha tagliato la testa al toro Filippo Bernocchi, delegato Anci alle politiche ambientali sottolineando che «non è oggetto dell’accordo e non può farne parte. Rischierebbe di riportarci lontano nella trattativa». Che a dire la verità non sembra comunque essere così vicina ad un risultato pienamente condiviso.

Url : http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=16419
Fonte: Greenreport

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