Napoli e il Sud guardano oltre l'emergenza. Al meridione è stato dedicato l'evento di apertura della 12a edizione di ECOMONDO, rassegna internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, fino a sabato a Rimini Fiera. L'incontro, organizzato da CONAI e Rimini Fiera in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, aveva per titolo "Il Sud oltre l'emergenza: modelli tecnici, economici, comportamentali".
I lavori, coordinati dal giornalista Jacopo Giliberto de Il Sole 24 Ore e aperti dal saluto del presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni, hanno visto la presentazione da parte del Consorzio Nazionale Imballaggi dei dati nazionali sulla raccolta e il riciclo, oltre che delle azioni necessarie a strutturare un nuovo approccio di sostenibilità nella gestione di rifiuti urbani e colmare così il divario nelle Regioni in ritardo sugli obiettivi di raccolta.
I dati.
Le cifre dell'emergenza fornite da CONAI parlano chiaramente di un'Italia che, nonostante l'alternarsi di vari regimi commissariali in quasi tutte le regioni del Sud, viaggia ancora a tre velocità. Un Nord generalmente virtuoso che si attesta sugli 84,3 kg di imballaggi per abitante raccolti e riciclati dal Sistema Consortile in un anno, il Centro "a macchia di leopardo" che arriva complessivamente a 48,1 Kg/abitante e il Sud fanalino di coda con 27,9 kg/abitante. La media nazionale è di 59,3 kg/abitante di rifiuti di imballaggi separati. Interessante l'analisi dei costi e delle occasioni sprecate in questi anni nel meridione. In 14 anni, sommando tutti i regimi commissariali che si sono avvicendati, sono stati erogati circa 2.200 milioni di euro e ne sono stati spesi 1.880, ma in quasi nessuna delle Regioni sono stati raggiunti risultati soddisfacenti. Senza tenere conto che, se la raccolta degli imballaggi al Sud arrivasse al 15%, grazie ai corrispettivi che CONAI riconosce alle amministrazioni comunali e ai costi del mancato smaltimento in discarica, queste regioni potrebbero beneficiare di 411 milioni di euro. Nel caso in cui la raccolta arrivasse al 20%, i benefici economici raggiungerebbero addirittura i 547 milioni di euro, senza contare i vantaggi in termini ambientali e le ricadute occupazionali a cui le attività di raccolta e riciclo porterebbero.
Le azioni.
Secondo CONAI occorre superare il regime di Commissariamento, definire modelli regionali di organizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti e sviluppare gli impianti per il recupero della frazione organica. "Bisogna prima di tutto definire le singole responsabilità della gestione dei rifiuti di Regioni, Province, Comuni, ATO e Consorzi di Bacino - ha spiegato Piero Perron, Presidente CONAI - senza prescindere da una concreta pianificazione, che si traduca in regole e progetti da realizzare, con l'obiettivo di valorizzare al massimo i materiali riciclabili da un lato e abbattere il ricorso alla discarica dall'altro, così da consentire il raggiungimento degli obiettivi di legge. Obiettivi che non possono essere raggiunti soltanto con la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio. Occorre passare anche attraverso un incremento dei conferimenti delle altre frazioni, soprattutto dell'organico. Questo è il momento per fare un salto qualitativo che permetta di allineare, nel medio periodo, i livelli di raccolta differenziata urbana delle Regioni del Sud a quelli delle aree migliori del Paese. In questi anni CONAI ha fatto da catalizzatore della raccolta differenziata urbana, pur essendo la sua mission principale quella di garantire il riciclo e il recupero dei rifiuti di imballaggio. Con il Piano Straordinario a favore del Sud, definito dal Consorzio nel 2006 per supportare le amministrazioni locali nell'avvio della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio, sono stati attuati interventi in Sicilia, Lazio, Puglia, Calabria e Campania, ma altrettanto numerosi sono i progetti in corso che devono ancora giungere alla completa realizzazione, a causa delle criticità che a tutt'oggi si riscontrano nell'avvio di servizi efficienti ed efficaci di raccolta sul territorio. La relazione tra Sistema Consortile, istituzioni e cittadinanza deve essere sempre più stretta. Si parla tanto di Napoli e Campania. In luglio abbiamo attivato, in alcune zone di Salerno, la raccolta differenziata ed ora in quelle aree in discarica finisce solamente il 12% dei rifiuti".
Arrivato a Rimini direttamente dall'aeroporto Capodichino, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l'emergenza rifiuti in Campania, Guido Bertolaso, ha fatto il punto della situazione annunciando i prossimi passi. "L'emergenza così come l'abbiamo conosciuta e vista sui media nei mesi scorsi è sotto controllo - ha detto - grazie agli interventi legislativi e all'operato delle Forze Armate. Abbiamo attivato le prime
discariche, che purtroppo rappresentano una soluzione inevitabile per una situazione critica come quella campana, e continueremo nei prossimi sei mesi ad attivare gli altri impianti di smaltimento rifiuti indifferenziati previsti dal Piano che coinvolge cinque province della Campania. In gennaio entrerà in funzione la prima linea del termovalorizzatore di Acerra, a cui seguiranno le altre due linee. E si andrà avanti anche con quelli di Salerno, Napoli e della provincia di Caserta. Serviranno poi siti di compostaggio e bisognerà avviare una vera raccolta differenziata. Ma tutto ciò non potrà prescindere da una migliore e più affidabile organizzazione sul territorio, dall'informazione e dal coinvolgimento dei cittadini. C'è una massa positiva su cui istituzioni e gestori devono agire. Il provvedimento in fase di definizione da parte del Governo, che rimuove i Sindaci che non fanno il loro dovere, è un deterrente significativo. E condivido, in termini di provocazione positiva per l'attivazione di un circuito virtuoso, l'idea contenuta nel decreto che verrà discusso a breve di incentivare le famiglie che conferiscono direttamente alle piattaforme di raccolta gli imballaggi domestici attraverso un beneficio economico. Lavoreremo da subito con il CONAI per fare in modo che questo servizio possa essere attivo, efficace ed utile in tempi molto brevi".
Pienamente disponibile ad essere parte attiva del cambiamento anche il mondo cooperativo. "È essenziale che il cittadino si senta parte integrante di questo sistema assieme alle istituzioni e agli operatori del settore - ha detto Giuliano Poletti, presidente di Legacoop Nazionale - Noi siamo pronti a contribuire direttamente, con il nostro operato, a questo nuovo modo di fare sistema".
In prima linea gli enti locali. L'accordo ANCI-Conai, nato nel '99 per sviluppare la raccolta differenziata degli imballaggi su tutto il territorio nazionale, sta dando risultati positivi. Negli ultimi quattro anni l'incremento dei rifiuti di imballaggio raccolti e riciclati a livello urbano è stato di quasi 1 milione di tonnellate, con un aumento del 40% dei quantitativi di imballaggi conferiti al sistema consortile. "L'esperienza è indubbiamente positiva e siamo pronti ad intervenire con maggiore forza nelle realtà locali in cui i risultati non sono ancora soddisfacenti - ha ribadito Filippo Bernocchi, delegato ANCI nazionale alle politiche ambientali - Ma ricordiamoci che il problema della raccolta differenziata è anche un problema di risorse. Degli 8 miliardi di euro l'anno che gli enti locali spendono per la gestione del ciclo dei rifiuti, solo 4,9 arrivano da tasse e tariffe di smaltimento".
Il fronte normativo, nazionale ed europeo, si presenta in costante movimento e progresso. "La nuova Direttiva Comunitaria su sottoprodotti e materiali da riciclo presenta un'apertura maggiore per una loro diffusione attraverso il riutilizzo nei cicli produttivi - ha annunciato Antonio D'Alì, presidente Commissione Territorio e Ambiente al Senato della Repubblica - per quanto riguarda la riforma della 152 abbiamo individuato un doppio binario. Da una parte la delega al Governo per i necessari correttivi migliorativi e, dall'altra, interventi parlamentari più rapidi per risolvere aspetti puntuali di maggiore urgenza. Contiamo di approvare il decreto nei tempi più rapidi consentiti dalla Costituzione. Per poi andare sul campo e misurare la normativa, e aggiornarla, alla prova dei fatti".
I provvedimenti tecnici, economici e comportamentali per il superamento dell'emergenza in Campania sono stati anticipati a Rimini dal sottosegretario di Stato all'Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare Roberto Menia: "Cresce l'attività del riciclo, ma con essa aumentano anche i rifiuti prodotti dall'uomo. Oggi ognuno di noi produce 550 kg di rifiuto l'anno - ha concluso - Oltre alla Campania ci sono regioni del Sud, come Puglia, Calabria e Lazio, che sono in emergenza da lungo tempo e ancora non ne sono uscite nel loro complesso. L'approccio alla raccolta differenziata è culturale, ma anche economico. Ci sono mercati potenziali del riciclo che funzionano, per esempio quello della carta di cui l'Italia è diventata addirittura esportatrice, ma ci sono anche circuiti virtuosi di Comuni che differenziano, ma il cui rifiuto differenziato finisce comunque negli inceneritori o in discarica perché il sistema si ferma alla raccolta differenziata. Il nuovo Decreto per la Campania che sarà tra poco all'esame del Governo punta molto sugli aspetti culturali e comportamentali. Per esempio introducendo la possibilità di un meccanismo che premia in termini concreti i cittadini che smaltiscono in modo corretto i loro imballaggi e incentivando le attività di informazione e di educazione nelle scuole del territorio, dando maggior risalto a tutte le attività svolte e ai servizi attivati a favore della popolazione".
Url : http://www.romagnaoggi.it/rimini/2008/11/5/107555/
Fonte: romagnaoggi
Attenzione: Per ricevere le nostre news sui rifiuti direttamente nella tua email clicca qui