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Campania e termovalorizzatori finanziati con i Cip 6


14 November 2008

Nuove discariche prima e nuovi inceneritori ora non saranno sufficienti a risolvere la crisi campana dei rifiuti senza una politica di corretta gestione dei rifiuti stessi. Il governo comunque sceglie di accelerare e agevolare la realizzazione dei termovalorizzatori nelle province di Salerno, Napoli e Caserta attraverso gli incentivi Cip 6.

Misura che non sembra completamente in linea n� con la direttiva europea, n� con la finanziaria del 2007 (perch� finanzia sia l�incenerimento della parte del rifiuto biodegradabile sia di quello non biodegradabile). Ne tanto meno con l�ordine di priorit� fissato - anche dal legislatore italiano - nella gestione del rifiuto (prevenzione della produzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero di materia, recupero di energia e smaltimento).

Con decreto del Ministero dello sviluppo (pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 7 novembre) il Governo indica soltanto le modalit� per concedere gli incentivi pubblici di competenza statale previsti dal provvedimento Cip 6 agli impianti con potenza elettrica (indicativa) di 70 Mw, con produzione elettrica annua (indicativa) di 500.000 MWh e con capacit� annua di trattamento rifiuti pari a 450.000 tonnellate localizzati nei territori delle tre citt� campane.

Gara di appalto, stipula con il Gse (Gestore dei servizi elettrici) della convenzione per la cessione dell�energia elettrica prodotta, connessione degli impianti alla rete elettrica, cessione dell�energia al mercato sono le modalit� da rispettare per accedere ai finanziamenti.
Una volta aggiudicatasi la gara d�appalto per la realizzazione e la gestione degli impianti il soggetto aggiudicatario dovr� stipulare con il Gse prima una convenzione preliminare ed entro e non oltre cinque anni quella definitiva. Il prezzo di cessione dell�energia elettrica immessa in rete dovr� essere pari alla somma dei valori in vigore previsti dal provvedimento Cip 6/92 per gli impianti alimentati da biomasse (impianti di tipo A del Titolo II, punto 2, e di cui al Titolo II, punto 3, lettera d).

La connessione degli impianti alla rete elettrica � invece effettuata sulla base delle disposizioni dell�Autorit� per l�energia elettrica e il gas vigenti in materia.

L�energia elettrica prodotta dai termovalorizzatori e ritirata dal Gse sar� poi ceduta al mercato con le stesse modalit� dell�energia elettrica prodotta da altri impianti ammessi a beneficiare degli incentivi previsti dal provvedimento Cip 6/92. Mentre al termine del periodo di diritto agli incentivi (ossia del periodo di validit� della convenzione definitiva - periodo in cui fra l�altro l�impianto non potr� accedere ad altri incentivi) l�energia verr� ancora immessa sul mercato ma secondo le regole comuni.

Questo il contenuto del decreto: nessuna traccia n� del concetto di prevenzione, n� di quello di riutilizzo, riciclo e in generale di recupero di materie.

Eppure per�, una corretta politica della gestione dei rifiuti passa in primo luogo dalla prevenzione della produzione del rifiuto, in secondo luogo dal recupero di materia sovraordinato a quello di energia e poi infine e in via residuale dallo smaltimento.

Da non dimenticare poi che per �gestione del rifiuto� si intende l�insieme di una serie di operazioni (�la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti compreso il loro controllo e il controllo delle discariche dopo la chiusura� cos� come dispone il testo unico ambientale) e non solo una di queste operazioni. Ma nel decreto ministeriale si parla solo di termovalorizzatori ammessi all�incentivo.

Url : http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=16591
Fonte: Greenreport

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